serie "Memoria della Materia"
di Marcello Mancuso Un viaggio tra presente e memoria attraverso il linguaggio della materia "Memoria della Materia" si configura come un invito profondo e silenzioso a interrogarsi sulle tracce che il tempo lascia negli oggetti e nelle persone.
La materia plasmata dall’artista custodisce, come uno scrigno, frammenti di esistenza: ogni segno, ogni imperfezione, ogni scelta formale diventa testimonianza stratificata di storie, emozioni, pensieri che si sedimentano e riaffiorano. Nel percorso espositivo, la scultura assume il ruolo di mediatrice tra ciò che è stato e ciò che ancora vive nel presente.
Le forme, a volte solide e compatte, altre volte spezzate e vulnerabili, mettono in scena la tensione fra memoria e oblio, fra permanenza e trasformazione. Lo spettatore è chiamato a indagare non solo la superficie dell’opera, ma ciò che essa cela al suo interno: il vissuto che l’ha generata e che, silenziosamente, continua a pulsare.
Ogni opera diviene un frammento di storia, una reliquia contemporanea che sfida la nostra percezione lineare del tempo. La materia non si limita ad essere supporto, ma si fa racconto, accumulo di senso, sintesi di passato e presente.
La forza evocativa della scultura risiede nella sua capacità di parlare a livelli differenti: da una parte evoca risonanze intime, restituendo all’osservatore echi delle proprie esperienze; dall’altra, si fa specchio di una memoria collettiva, costruita nel dialogo con la storia, la cultura, il mito. In questo spazio sospeso, lo spettatore ritrova tracce della propria identità e, allo stesso tempo, partecipa a una riflessione comune sull’umano vivere. Conclusione “Memoria della Materia” ci rammenta che la materia non è mai inerte: serba in sé infinite potenzialità narrative, pronte a emergere ogni volta che qualcuno si sofferma ad ascoltarne il silenzio. In questo incontro tra forma e memoria, passato e presente si intrecciano, invitandoci a meditare sulla nostra stessa esistenza e sulla possibilità, attraverso l’arte, di trattenerne il senso più profondo.
di Marcello Mancuso Un viaggio tra presente e memoria attraverso il linguaggio della materia "Memoria della Materia" si configura come un invito profondo e silenzioso a interrogarsi sulle tracce che il tempo lascia negli oggetti e nelle persone.
La materia plasmata dall’artista custodisce, come uno scrigno, frammenti di esistenza: ogni segno, ogni imperfezione, ogni scelta formale diventa testimonianza stratificata di storie, emozioni, pensieri che si sedimentano e riaffiorano. Nel percorso espositivo, la scultura assume il ruolo di mediatrice tra ciò che è stato e ciò che ancora vive nel presente.
Le forme, a volte solide e compatte, altre volte spezzate e vulnerabili, mettono in scena la tensione fra memoria e oblio, fra permanenza e trasformazione. Lo spettatore è chiamato a indagare non solo la superficie dell’opera, ma ciò che essa cela al suo interno: il vissuto che l’ha generata e che, silenziosamente, continua a pulsare.
Ogni opera diviene un frammento di storia, una reliquia contemporanea che sfida la nostra percezione lineare del tempo. La materia non si limita ad essere supporto, ma si fa racconto, accumulo di senso, sintesi di passato e presente.
La forza evocativa della scultura risiede nella sua capacità di parlare a livelli differenti: da una parte evoca risonanze intime, restituendo all’osservatore echi delle proprie esperienze; dall’altra, si fa specchio di una memoria collettiva, costruita nel dialogo con la storia, la cultura, il mito. In questo spazio sospeso, lo spettatore ritrova tracce della propria identità e, allo stesso tempo, partecipa a una riflessione comune sull’umano vivere. Conclusione “Memoria della Materia” ci rammenta che la materia non è mai inerte: serba in sé infinite potenzialità narrative, pronte a emergere ogni volta che qualcuno si sofferma ad ascoltarne il silenzio. In questo incontro tra forma e memoria, passato e presente si intrecciano, invitandoci a meditare sulla nostra stessa esistenza e sulla possibilità, attraverso l’arte, di trattenerne il senso più profondo.